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Il Parco Regionale del Sarno 

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Museo archeologico nazionale della Valle del Sarno

Il Museo Archeologico della Valle del Sarno è un museo situato nella città di Sarno in Campania, in Italia. Il museo ospita una vasta collezione di reperti archeologici rinvenuti nella valle del fiume Sarno, che copre un periodo che va dalla preistoria all'età romana. Tra i pezzi più importanti del museo ci sono ceramiche, sculture, monete e oggetti in metallo. Il museo è stato fondato nel 1983 e si trova all'interno di un ex convento del XVI secolo.

Santuario Maria Santissima delle tre corone

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l Santuario sorge sul luogo dove fu costruita, in località anticamente detta “Capo d’orto”, una Cappella con il titolo di Pio Monte dei Morti, benedetta dal vescovo Stefano Sole di Castelblanco il 2 Maggio 1640. Nel 1691 al posto della Cappella fu eretta una Chiesa intitolata a Santa Maria del Suffragio, a spese della Congrega del Pio Monte dei Morti.

Dal 1779 la Chiesa divenne il cuore mariano di Sarno. “Il tesoro, il pregio, il valore inconfutabile della chiesa sono tutti nel quadretto della Madonna, opera del pittore Paolo De Maio, collocato in un artistico trono sull’altare maggiore” (Can. Pietro Nocera). Il “quadriello” (così la gente di Sarno da secoli indicano l’immagine miracolosa), è una tela dipinta nel 1776 dal pittore napoletano Paolo De Maio, figlio spirituale di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, il quale era solito dipingere immagini della Madonna soffuse di celestiale pudore. Nel 1749, tra l’altro, Sant’Alfonso tenne nella Chiesa di Santa Maria del Suffragio una memorabile missione popolare.

San Valentino Torio

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San Valentino Torio  è un comune  di 10 816 abitanti della provincia di Salerno in Campania. La parte sud orientale della pianura campana presenta le prime tracce di presenza umana tra il IX e il VI secolo a.C., epoca a cui risalgono numerose necropoli con circa 1.400 tombe a fossa, attribuite alla popolazione dei Sarrastri. La valle del Sarno infatti era abitata dai Sarrastri sotto la dominazione dei Greci e degli Etruschi, mentre a partire dal 421 a.C. il territorio fu invaso dai Sanniti. Successivamente gran parte della popolazione si trasferì nei nuovi centri di Nuceria, Pompei e Stabia, tutti appartenenti al territorio della valle del Sarno.​ Il territorio di San Valentino ebbe diversi feudatari, a partire dal primo attestato nel 1269, Bertrando del Balzo, che i Registri angioini citano come possessore dei casali di San Valentino e di Casatori. Il territorio fu in possesso di diverse famiglie fino a giungere nel 1459 ai Capece Minutolo (famiglia napoletana), che lo mantennero fino all'abolizione dei diritti feudali nel XIX secolo. Il villaggio Balentino fu università autonoma alla metà del XVI secolo, cambiando la denominazione in Castello di Valentino. La comunità fu in conflitto con il feudatario, Giovan Battista Capece Minutolo (morto nel 1586). Il primo sindaco dell'università di cui si conosce il nome fu Francesco Martorelli (1599-1600). La località venne per la prima volta citata con il toponimo odierno di San Valentino in un atto del 1681. Alla fine del secolo Francesco Capece Minutolo ottenne il titolo di duca di San Valentino. Nel 1863, dopo il passaggio al Regno d'Italia, San Valentino assunse la denominazione attuale: divenne, cioè, San Valentino Torio.

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San Marzano sul Sarno

La popolazione che risiede nel Comune di San Marzano sul Sarno ammonta complessivamente a 10545 abitanti (Dati Istat – anno 2021).
La superficie comunale totale è di 5,150 kmq. Il Comune si trova in pianura, a 20 mt sul livello del mare. Il centro dell’Agro Nocerino Sarnese presenta un grado di sismicità medio. Situato in un territorio dalla morfologia mista, San Marzano sul Sarno è attraversata da due corsi d’acqua: il fiume Sarno e l’alveo comune nocerino.
L’economia del Comune di San Marzano sul Sarno si basa principalmente sulle attività inerenti la trasformazione di prodotti agricoli ed agro-alimentari, sull’agricoltura e sul commercio. 

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Le terme di Stabia

La presenza di acque sorgive di diversa natura nell'area stabiese è nota fin dall'antichità, ma non è stato mai presente in loco uno stabilimento termale. Esse erano conosciute ed usate dalla popolazione locale, senza che vi fosse intorno una qualsivoglia attività organizzata. Tali sorgenti non vanno perciò confuse con le Thermae Stabianae citate da Plinio il Vecchio. Queste ultime erano posizionate entro la cerchia urbana dell'antica Pompei ed erano cosiddette in quanto sorgevano sulla via Stabiana. Le prime analisi scientifiche sulle proprietà delle acque di Stabia furono effettuate nel 1787 per volontà del re Ferdinando I di Borbone.

Il Castello Doria

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LoIl castello Doria,sede del Municipio, ad Angri, presenta una facciata a portico e logge con una torre circolare. Costruito in zona quasi pianeggiante. Risale al 1290 quando Carlo II d’Angiò, assegnò il feudo di Angri al milite regio Pietro De Braheriis o Braherio; con i Principi Doria fu annesso al Castello un principesco parco, oggi villa comunale. Il Castello è diviso in tre blocchi: le due torri concentriche o Torrione, il cortile d’ingresso con lo scalone settecentesco ed il palazzo vero e proprio.
Durante la lotta per la successione al trono di Napoli tra angioini ed aragonesi, subì vari assedi, tra cui quello del 1421, condotto da Forte Braccio da Montone, durante il quale fu dato alle fiamme.

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Una delle ultime scoperte a Pompei

 Ancora una straordinaria scoperta a Pompei: nei nuovi scavi ripresi all'interno del progetto di manutenzione e restauro della Regio V riaffiora un Termopolio perfettamente conservato con l'immagine di una ninfa marina a cavallo e animali con colori talmente accesi da sembrare tridimensionali. Ma a stupire è il ritrovamento nei recipienti del Termopolio di tracce di alimenti che venivano venduti in strada.

Era infatti abitudine dei pompeiani quella di consumare all'aperto cibi e bevande calde. Gli specialisti del Parco archeologico di Pompei stanno già studiando il materiale per verificare quanto questa scoperta possa ampliare le conoscenze sulle abitudini alimentari di età romana. 

S. Maria della neve (Torre Annunziata)

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Un’antica e costante tradizione narra che nel XIV secolo, al tempo in cui la nascente cittadina iniziava a popolarsi, alcuni pescatori torresi scorsero una cassa galleggiare sulle onde del mare presso lo scoglio di Rovigliano…era un lontano 5 Agosto…la raccolsero e con sorpresa vi rinvennero l’immagine di Maria… L’immagine era di terracotta, di tipo greco, a busto: la Madonna stringeva col braccio sinistro il Bambino Gesù. Dopo un’accesa lite con i pescatori di Stabia, l’immagine fu trasportata nella chiesetta della Ss. Annunziata. Poiché non vi era segno alcuno o scritta che ne indicasse il nome fu chiamata “MARIA SS. AD NIVES” in ricordo della neve caduta su Roma il 5 Agosto del 352, sul colle Esquilino. 

Arco di Striano

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Un’antica e costante tradizione narra che nel XIV secolo, al tempo in cui la nascente cittadina iniziava a popolarsi, alcuni pescatori torresi scorsero una cassa galleggiare sulle onde del mare presso lo scoglio di Rovigliano…era un lontano 5 Agosto…la raccolsero e con sorpresa vi rinvennero l’immagine di Maria… L’immagine era di terracotta, di tipo greco, a busto: la Madonna stringeva col braccio sinistro il Bambino Gesù. Dopo un’accesa lite con i pescatori di Stabia, l’immagine fu trasportata nella chiesetta della Ss. Annunziata. Poiché non vi era segno alcuno o scritta che ne indicasse il nome fu chiamata “MARIA SS. AD NIVES” in ricordo della neve caduta su Roma il 5 Agosto del 352, sul colle Esquilino. 

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Scafati

 Il toponimo Scafati si dice derivi dal termine scafa, ossia "battello fluviale", che a sua volta deriva dal latino scapha. Tali mezzi, chiamati poi lontri, simili alle gondole, ma con fondo piatto, erano fondamentali mezzi per la navigazione del fiume Sarno. Ed è proprio per questa ragione, ma anche per il fatto che i palazzi del centro si affacciano pittorescamente sul fiume, che la città di Scafati era un tempo indicata con il nome di Piccola Venezia.

Parco archeologico di Longola a Poggiomarino

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 l sito protostorico in località Longola di Poggiomarino è posto nell’alta valle del Sarno, a circa 10 km ad est di Pompei. La scoperta casuale nel 2000 e le successive indagini condotte dal Parco Archeologico di Pompei hanno consentito di mettere in luce un insediamento perifluviale in ambiente umido, frequentato dalla media Età del Bronzo fino al VI sec. a.C. Il sistema insediativo, per il quale si possono istituire confronti etnografici con Marche-Arab (Iraq) e Ganviè (Benin), è costituito da isolotti artificiali circondati da un sistema di canali di varie dimensioni. Sulle aree in asciutto sorgevano le capanne in materiale deperibile, diverse per orientamento, forma (rettangolare o absidata) e per articolazione degli spazi interni, mentre i canali permettevano gli spostamenti interni e verso l’esterno.

Il castello del parco Fienga a Nocera

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 l castello del Parco Fienga è però l’attrazione più nota della città, situato sulla collina di sant’Andrea e rimasto per lungo tempo in proprietà prima dei Guidobaldi e poi dei Fienga, prima di tornare al comune di Nocera Inferiore. Si tratta di una struttura estremamente antica, di cui nei documenti ufficiali si parla fin dal 984, ed è possibile ancora ammirare varie strutture gotiche che si sono mantenute anche contro l’influsso del tempo, come i tre archi gotici, le cisterne, le cinte murarie. Suggestiva la grande “sala dei giganti”, ancora con le originali bifore e finestre tufacee. La struttura più familiare ai cittadini è però indubbiamente la torre normanna, torre mastio di forma pentagonale fatta costruire nel tredicesimo secolo dalla famiglia Filangieri.

Prodotti Tipici

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